Intervista a Tolkien

traduzione e note a cura di Marco Messina [1]

(Versione 1; 5/12/2002)

 Trasmessa per la prima volta nel gennaio 1971 nel programma della BBC Radio 4 "Now Read On...". L'intervistatore era Dennis Gerrolt.

 T: ...molto prima di aver scritto Lo Hobbit e molto prima di aver scritto questo qui [2] io avevo elaborato la mitologia di questo mondo [3].

 G: Così aveva una sorta di schema sul quale era possibile lavorare?

 T: Saghe immense, sì... è stato assorbito come fu lo stesso Lo Hobbit, lo Hobbit originariamente non ne faceva affatto parte ma non appena si mise a ad andare in giro per il mondo entrò a far parte delle sue attività. [effetto realistico di accensione di un fiammifero inserito dalla BBC]

G: Così i suoi personaggi e la sua storia presero effettivamente il controllo.

T: [accende la pipa]

G: Ho detto prendere il controllo, non intendevo dire che lei fosse completamente sotto il loro incantesimo o qualcosa del genere...

 T: Oh no no. Io non gironzolo assolutamente mentre sogno, non si tratta in alcun modo di una ossessione. Tu hai questa sensazione che a questo punto A, B, C, D solo A o uno di loro è giusto e tu devi aspettare finchè non lo capisci. Io avevo delle mappe naturalmente. Se vuoi fare una storia complicata devi lavorare con una mappa altrimenti non potrai mai farne una mappa dopo. Le lune a cui penso alla fine erano esattamente le lune e i tramonti ottenuti così come erano in questa parte del mondo nel 1942. [la pipa si spegne] [4]

G: Ha cominciato a scriverlo nel '42?

T: Oh, no. Ho iniziato non appena uscì Lo Hobbit - negli anni '30.

G: E' stato finito appena prima di essere pubblicato...

T: Scrissi l'ultima... attorno al 1949 - Mi ricordo di aver davvero pianto al finale. Ma poi ovviamente c'è stato un tremendo lavoro di revisione. Battei a macchina l'intero lavoro due volte e parti di esso molte volte, su un letto in una soffitta [5]. Non potevo naturalmente permettermi il costo della battitura. Ci sono pure alcuni errori e [riaccende la pipa] mi diverte anche dirlo, perchè suppongo di essere nella posizione in cui non ha importanza cosa pensa la gente adesso di me - ci sono alcuni spaventosi errori di grammatica, che sono proprio scandalosi per un Professore di Lingua e Lettatura Inglese.

G: Non ne ho trovato nessuno.

T: Ce ne è uno dove ho usato bestrode come participio passato di bestride [6]! [ride]

G: Non si sente in qualche modo colpevole del fatto che lei come filologo, come Professore di Lingua Inglese delle cui reali fonti si occupa, abbia dedicato una grande parte della sua vita ad un oggetto di finzione?

T: No. Sono sicuro che abbia fatto molto bene alla lingua! C'è un bel pò di saggezza linguistica all'interno. Non soffro di alcun complesso di colpevolezza per quanto riguarda Il Signore degli Anelli.

G: Ha una particolare predilezione per quelle comodità della vita casalinga che la Contea rappresenta: la casa e la pipa e il fuoco e il letto - le virtù casalinghe?

T: Lei non ce l'ha?

G: Lei non ce l'ha Professor Tolkien?

T: Ma certo.

G: Ha una particolare predilezione per gli Hobbit?

T: E' per questo che mi sento a casa... La Contea è molto simile al tipo di mondo in cui sono divenuto per la prima volta consapevole delle cose, il che forse era più commovente per quanto mi riguardi non essendo nato lì, sono nato a Bloomsdale in Sud Africa. Ero molto giovane quando tornai ma allo stesso tempo colpisce la tua memoria e la tua immaginazione anche se pensi che non l'abbia fatto. Se il tuo primo albero di natale è un eucaliptus che si sta appassendo e se di solito sei infastidito dal caldo e dalla sabbia - allora, trovarti giusto nell'età in cui l'immaginazione si schiude, in un tranquillo villaggio del Warwickshire, penso che ciò produca un amore particolare per quella che si può chiamare la campagna delle English Midlands, basata su acqua buona, pietre e olmi e piccoli fiumi tranquilli e così via, e ovviamente gente campagnola tutt'intorno.

G: A che età è arrivato in Inghilterra?

T: Suppongo a tre anni e mezzo. Molto commovente naturalmente perchè una delle cose per cui la gente dice di non ricordare è - è come fotografare costantemente la stessa cosa sulla stessa lastra. Minimi cambiamenti danno semplicemente una figura sfocata. Ma se un bambino ha un cambiamento improvviso come quello, è conscio. Quello che cerca di fare è far entrare i nuovi ricordi nei vecchi. Io ho un ricordo perfettamente chiaro e limpido di una casa che ora so essere in realtà un pastiche ben costruito della mia casa a Bloomfontein e la casa di mia nonna a Birmingham. Posso ancora ricordarmi di scendere in strada a Birmingham e pensare che cosa era successo al grande portico, che cosa era successo al balcone. Di conseguenza ricordo le cose estremamente bene, riesco a ricordare di fare il bagno nell'Oceano Indiano quando non avevo ancora quasi due anni e lo ricordo molto chiaramente.

G: [7] Frodo accetta il fardello dell'Anello e impersona come personaggio le virtù della sopportazione prolungata e della perseveranza e con le sue azioni uno può quasi dire che nel senso buddista lui "acquisti merito". Lui diventa infatti quasi una figura di Cristo. Perchè ha scelto un mezzuomo [8], un hobbit per questo ruolo?

T: Non l'ho fatto. Non ho fatto molte scelte, vede avevo scritto Lo Hobbit... tutto quel che stavo cercando di fare era continuare dal punto in cui lo Hobbit si era fermato. Avevo gli hobbit per le mani.

G: Certamente, ma Bilbo non ha nulla di particolarmente simile a Cristo.

T: No...

G: Ma di fronte al pericolo più spaventoso lotta e va avanti, e vince.

T: Ma quello suppongo sembri più un'allegoria della razza umana. Sono sempre stato colpito dal fatto che noi stiamo sopravvivendo grazie all'indomito coraggio di persone abbastanza piccole di fronte a compiti impossibili: giungle, vulcani, bestie selvagge... loro lottano praticamente alla cieca in un certo senso.

G: Ho pensato che probabilmente Midgard possa essere la Terra di Mezzo o che abbiano qualche connessione?

T: Oh sì, sono lo stesso mondo. Moltissime persone hanno fatto quest'errore di pensare che la Terra di Mezzo sia un particolare tipo di Terra o che sia un altro pianeta di tipo fantascientifico ma è semplicemente una parola fuori moda per il mondo in cui viviamo, circondato dall'Oceano così come si immaginava.

G: Mi sembrava che la Terra di Mezzo fosse in un certo senso come lei dice questo mondo in cui viviamo ma in un'epoca differente.

T: No... ad un differente stadio d'immaginazione, sì.

G: Intendeva che ne Il Signore degli Anelli certe razze rappresentassero certi principi: gli elfi la saggezza, i nani l'abilità manuale, gli uomini frugalità e battaglia [9] e così via?

T: Non lo intendevo ma quando hai tra le mani queste persone devi renderle diverse. Ovviamente come tutti sappiamo alla fine abbiamo solo la razza umana con cui lavorare, è solo argilla che abbiamo. Noi tutti - o almeno gran parte della razza umana - preferiremmo avere maggior potere mentale, maggior potere artistico col che intendo che il salto tra il concepimento e il potere dell'esecuzione sarebbe accorciato, e a noi piacerebbe un tempo più lungo se non indefinito nel quale continuare a conoscere di più e fare di più. Quindi gli Elfi sono in un certo senso immortali. Ho dovuto usare immortali, non intendevo dire che erano eternamente immortali, semplicemente che loro erano molto longevi e che la loro longevità dura quanto l'abitabilità della Terra. I Nani naturalmente sono abbastanza chiaramente - non direbbe che ricordino in vari modi gli Ebrei? Le loro parole sono chiaramente semitiche, create per essere semitiche [10]. Gli Hobbit sono semplicemente campagnoli Inglesi, rimpiccioliti perchè questo riflette (in generale) la scarsa portata della loro immaginazione - non la scarsa portata del loro coraggio o del loro potere latente.

G: Questa sembra una delle grandi forze del libro, questo enorme conglomerato di nomi - uno non si perde, almeno dopo la seconda lettura [11].

T: Sono molto contento che me lo dica perchè ho avuto molti problemi. Un bel nome mi dà anche grande piacere. Io comincio sempre a scrivere partendo da un nome. Datemi un nome ed esso produrrà una storia, non al contrario di solito.

G: Tra le lingue che conosce quale furono per lei di maggior aiuto nello scrivere Il Signore degli Anelli?

T: Oh Di... tra le lingue moderne avrei detto il Gallese che più di ogni altro mi ha sempre attratto per il suo stile e per il suo suono, anche se all'inizio lo vedevo semplicemente sui vagoni di carbone, avevo sempre desiderato sapere di cosa si trattasse.

G: Mi sembra che la musicalità del Gallese venga fuori nei nomi che lei ha scelto per le montagne e per i luoghi in generale.

T: Molto. Ma il Finlandese ha avuto su di me un'influenza più incomparabile, molto potente.

G: Il libro deve essere considerato un'allegoria?

T: No. Non mi piace l'allegoria ogniqualvolta ne sento l'odore.

G: Considera il mondo in declino così come declina la Terza Era nel suo libro e vede una Quarta Era per il mondo attuale, il nostro mondo?

 T: Alla mia età sono esattamente il tipo di persona che ha vissuto attraverso uno dei periodi di cambiamento più veloci noti alla storia. Sicuramente non potrebbe esserci in settanta anni un cambiamento così grande.

G: C'è un'atmosfera autunnale lungo tutto Il Signore degli Anelli, in un caso un personaggio dice che la storia continua ma mi sembra di esserne estromesso... comunque tutto è in declino, svanente, almeno verso la fine della Terza Era ogni scelta tende al soppiantare qualche tradizione. Ora questo mi sembra qualcosa come il "cambiò il vecchio ordine, cedendo il posto al nuovo, e Dio realizza se stesso in molte vie" di Tennyson [12]. Dov'è Dio nel Signore degli Anelli?

T: E' menzionato una o due volte.

G: E' l'Uno?

T: L'Uno, sì.

G: Lei è un credente?

T: Oh, sono un Cattolico Romano. Un devoto Cattolico Romano.

G: Desidera essere principalmente ricordato per i suoi studi sulla filologia ed altre materie o per Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit?

T: Non avrei dovuto pensare che ci fosse molta scelta in questa faccenda - accetto il fatto che se sono affatto ricordato sarà per Il Signore degli Anelli. Non sarà piuttosto come il caso di Longfellow, la gente ricorda che Longfellow ha scritto Hiawatha, praticamente dimentica che lui era Professore di Lingue Moderne!

Note

[1] Quanto segue è la mia traduzione di una trascrizione in Inglese dell'intervista in oggetto (che spero in futuro di poter tradurre direttamente). La trascrizione e l'intervista originale in lingua inglese sono reperibili presso il sito di Erich Voss all'indirizzo: http://village.vossnet.co.uk/h/hpttrsn/jrrt_int.htm
Ho cercato in generale di mantenermi fedele alla trascrizione di Voss, senza prendermi alcuna licenza o azzardare interpretazioni. Ho pertanto conservato l'originale libertà dei periodi tipica della conversazione informale, cercando di rendere il più correttamente possibile i passaggi di costruzione farraginosa (tipici delle trascrizioni pedisseque da conversazioni) e dove necessario ho mantenuto il tono colloquiale. In ogni caso l'intervista è un documento sicuramente interessante e finalmente è disponibile in lingua italiana per la prima volta in una versione aderente all'originale e, finalmente (!), corredata dai riferimenti all'autore originario (mai citato, per quanto ne sappia, negli altri siti italiani che riportano l'intervista).

[2] Il Signore degli Anelli.

[3] Si riferisce al "mondo" in cui erano ambientate le leggende del "Silmarillion".

[4] In questa e molte altre risposte si nota la famosa tendenza di Tolkien a divagare tra argomenti che l'ascoltatore non poteva non trovare sconnessi. Non so quanto ciò dipenda dalla trascrizione di E. Voss e quanto dallo stesso Tolkien.

[5] Nel Marzo del 1947 la famiglia Tolkien si trasferì al n° 3 di Manor Road in Oxford. La casa era troppo piccola per le esigenze dei Tolkien e lui dormiva in soffitta (Cfr. JRR Tolkien a Biography; Humphrey Carpenter).

[6] to bestride, pass. bestrode, p.p. bestridden: cavalcare.

[7] Come si vede l'intervistatore cerca di riportare Tolkien nel seminato.

[8] halfling, nel testo.

[9] husbandry and battle, nel testo.

[10] I linguaggi umani, specialmente l'Adunaico dei Numenoreani, sono anch'essi basati su elementi semitici, essendo influenzati dalla lingua nanica (Cfr. The Lost Road, The Lammas. Sauron Defeated, Part Three: The Drowning of Anadune).

[11] Pare a me o si coglie più di una vena ironica?

[12] "the old order changeth, yielding place to new, and God fulfills himself in many ways", nel testo.

 

 Copyright © 5/12/2002 Marco Messina.
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